Depositi della storia: i Musei Civici nell'Italia dell'Ottocento

Cardone, Andrea (2012) Depositi della storia: i Musei Civici nell'Italia dell'Ottocento. PhD thesis, University of Trento.

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Abstract

Il lavoro che presento si propone di indagare le scelte metodologiche ed ideologiche sottese all’istituzione, incremento e diffusione del Museo Civico italiano nel secolo XIX verificandone le funzioni, le modalità di costituzione, i rapporti tra storiografia, didattica, tutela e promozione. La storiografia individua in due momenti principali la nascita del museo civico italiano. Le soppressioni ecclesiastiche napoleoniche e postunitarie rappresentano, infatti, due tappe fondamentali di un processo di democratizzazione e laicizzazione del patrimonio storico-artistico italiano che hanno dato impulso ad una nuova forma di fruizione pubblica. La funzione didattica di matrice illuministica legata agli ambienti accademici e scolastici acquisterà nuovo vigore durante l’epoca del positivismo per trasformarsi, attraverso l’apertura dei musei civici, soprattutto nei decenni successivi all’unità d’Italia, in una prima moderna forma di consumo culturale. Il museo civico ottocentesco fu espressione dell’orgoglio municipalistico, strumento del territorio e per il territorio in cui, oltre ad esercitare l’azione di tutela e il culto delle patrie memorie, le collezioni seppero congiuntamente rappresentare la promozione ed i risultati della ricerca storica e scientifica. Gli studi sulla storia del museo civico italiano ottocentesco si concentrano oggi sulle singole realtà locali. Tuttavia poco sondate sono le connessioni tra tutte queste istituzioni coeve che potrebbero invece offrire nessi per una lettura più ampia della museografia ottocentesca in Italia i cui metodi espositivi furono, comprensibilmente, l’esito di più ampie scelte storiografiche ed educative. La ricostruzione storica qui presentata tenta di individuare nuove linee di ricerca di ampio respiro che possano inquadrare le intenzioni civiche, culturali, storiografiche e allestitive tipiche della cultura campanilistica in una prospettiva e contestualizzazione storica e territoriale più ampia. Si è pertanto posta particolare attenzione alle molteplici ragioni politiche e di politica culturale che portarono all’istituzione dei musei civici in Italia stabilendone i rapporti con la storia locale, le indagini sul territorio e i nessi con il sistema museale e la politica di tutela nella seconda metà dell’Ottocento. L’analisi dei musei presi in esame, in particolare le collezioni patrie di Bergamo, Brescia, Capua, Vicenza, pone alcune riflessioni sul ruolo svolto dai corpi scientifici quali gli Atenei, le Accademie, le Deputazioni di Storia Patria, le Società archeologiche per lo sviluppo economico e culturale delle città e il ruolo da loro assunto nella formazione prima e gestione poi del patrimonio materiale italiano. Per una maggiore chiarezza del tema qui affrontato è necessaria una precisazione terminologica. Il termine che identifica e caratterizza il museo italiano ottocentesco è “locale” in cui l’ambito territoriale e geografico coincide con quello amministrativo. Nello specifico lo studio ha focalizzato l’attenzione sui musei civici ed i musei provinciali. Il termine locale viene spesso utilizzato per distinguere i musei nati per volontà delle amministrazioni locali che si distinguono dai precedenti musei dinastici e dai musei nazionali istituiti e gestiti dallo Stato. Al termine di museo locale si associa quello di museo patrio con un chiaro intento di rafforzare non solo il legame con la patria, ma di identificarne lo scopo storiografico del museo, ossia un luogo in cui attraverso gli oggetti è possibile ricostruire le vicende di storia patria della città e del territorio. Il termine viene spesso scelto dalle accademie e istituti come gli Atenei, le Deputazioni di Storia Patria e le Società Storiche per rafforzare il significato delle loro collezioni utilizzate per gli studi di storia patria. Anche in questo caso il termine patria indicherà di volta in volta una precisa circoscrizione amministrativa e territoriale assumendo significati e caratteristiche diverse a secondo del periodo storico. Il termine patrio verrà poi trasformato in quello di civico, un museo che sarà espressione di una comunità prevalentemente urbana ma che fa riferimento anche a territori più vasti come le province. Il museo locale italiano rappresenta uno spazio che raccoglie materiali e testimonianze non solo provenienti dal contesto urbano ma anche dal territorio circostante. Il territorio rappresenterà il punto di riferimento per l’ampia scelta di materiali da immettere nel museo andando a costruire una tipologia museale che è stata sintetizzata in tre definizioni chiave: atipologico, a-gerarchico, a-selettivo. Lo studio ha posto l’attenzione sul rapporto tra corpi scientifici, collezioni patrie pubbliche e private, istituzioni governative e la legislazione riguardante la tutela del patrimonio storico-artistico e archeologico. Ho preso in esame il periodo che va dal decennio napoleonico 1805 – 1815 ai primi decenni post-unitari. Il museo italiano, nato come “museo di riuso” e “di ricovero”, funzione che ne caratterizzerà in parte la fondazione sia prima che dopo l’unità d’Italia, diventerà il luogo della ricerca storica e scientifica. Si è pertanto analizzato il rapporto tra storiografia, indagini scientifiche, collezioni. Il collezionismo nato per volontà dei corpi scientifici pose una nuova attenzione alle fonti documentarie, al loro studio e alla loro conservazione. Il museo come luogo di conservazione della storia nasce in stretto rapporto con altri luoghi del “fare storia”. Lo studio del rapporto tra musei locali, storiografia e ricerca scientifica suggerisce interessanti riflessioni sul significato di questi spazi che si identificano come luoghi della memoria. Ci si interroga in che modo la ricerca storica e le indagini scientifiche abbiano contribuito alla creazione di una sola memoria o di più memorie rinnovate nel tempo. Ho tentato di comprendere in che modo le collezioni patrie sono assurte a simboli con significati diversi nel corso dell’Ottocento. La costruzione della memoria storica pubblica è la conseguenza di una convergenza d’intenti tra classe politica e intellettuale che insieme decidono di imprimere nel tessuto urbano dei segni tangibili della storia patria e quindi della propria memoria. Il mio studio è partito da un’approfondita rilettura di quanto finora scritto sulla politica di tutela, il collezionismo e la ricerca storica pre e post unitaria e sul ruolo che le collezioni patrie rivestirono per gl’enti promotori. Gli studi di Andrea Emiliani, “antichi” ma determinanti per la comprensione del museo “territoriale” italiano, i recenti contributi di Bencivenni, Dalla Negra, Grifoni e gli studi di Antonella Gioli particolarmente attenti al rapporto tra musei e soppressioni degli enti ecclesiastici sono stati i punti di riferimento principali. In merito alla seconda parte del progetto di ricerca dedicata al post unitario ed in particolare al Museo Provinciale Campano di Capua sono stati studiati i contributi di Nadia Barrella, punto di partenza per una riflessione sul ruolo dei musei nati dalle Commissioni Conservatrici Provinciali ed il ruolo esercitato nel sistema di tutela nazionale. Per la storia del museo provinciale campano sono stati esaminati gli Atti della Commissione Conservatrice dei monumenti ed oggetti di antichità e belle arti della provincia di Terra di Lavoro. Per il presente lavoro è stata svolta una ricerca d’archivio presso l’archivio comunale della Biblioteca Angelo Mai di Bergamo, l’Archivio della Direzione generale delle antichità e belle arti di Stato di Roma, l’archivio dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia, l’archivio della Provincia di Caserta. Sono stati inoltre consultati gl’Atti parlamentari conservati presso la Biblioteca della Camera dei Deputati di Roma.

Item Type:Doctoral Thesis (PhD)
Doctoral School:Historical Studies (till the a.y. 2008-09)
PhD Cycle:XXIV
Subjects:Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-STO/04 STORIA CONTEMPORANEA
Repository Staff approval on:27 Jun 2013 09:39

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