Tirinanzi De Medici, Carlo (2011) Il vero e il convenzionale: rappresentazioni della realtĂ nel romanzo contemporaneo. PhD thesis, University of Trento.
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Abstract
Indagine sulla rappresentazione della realtĂ nel romanzo occidentale contemporaneo. Si considera preliminarmente il dibattito sul realismo dagli anni Quaranta a oggi: dalla sistemazione di una teoria del realismo ottocentesco alla messa in discussione dei principi stessi, e della possibilitĂ , di un testo realista. Analisi del dibattito critico piĂč recente, che ritorna ad occuparsi della relazione tra mondo attuale e mondo finzionale dopo un lungo periodo di assenza, dove a dominare erano le nozioni di intertestualitĂ , di metanarrativa e di letteratura come gioco, sintetizzate dalla celebre espressione di Jacques Derrida «non c'Ăš fuori-testo». Scopo del lavoro Ăš di suggerire che uscendo dal postmoderno gli scrittori tendono a due modalitĂ di rappresentazione del reale: una «veridica» in cui si cerca di sovrapporre il piĂč possibile mondo attuale e mondo d'invenzione (fino al caso, estremo, delle «autofinzioni» di Siti) instaurando tra i due una relazione di approssimazione che spinga il lettore a considerare il romanzo come relazione su eventi reali; una seconda «convenzionale» che invece si basa su dispositivi rodati e normalmente accettati dalla comunitĂ dei lettori (dunque il lettore sa di trovarsi di fronte a un codice e, di conseguenza, di doverlo decodificare in tal modo riuscendo a ricollegare lo «scritto» con il «non scritto»). Il realismo convenzionalista Ăš analizzato in due forme: una «innovativa», delineata da "Underworld" di Don DeLillo, che mette l'accento sul processo costruttivo, una «tradizionale», espressa nel saggio in due varianti («Le particelle elementari» e «Le benevole»), il cui scopo Ăš quello di riattivare meccanismi narrativi ottocenteschi, considerati per buona parte del Novecento come «vecchi» o «superati», affidando loro il compito di raccontare il mondo di oggi. In conclusione si approfondisce il concetto di «avanguardia permanente», ovvero la continua ricerca del nuovo in arte come caratteristica principale del romanzo novecentesco. Analisi della produzione recente (dal 1979) di Philip Roth, con particolare enfasi sul ruolo ambiguo del personaggio Nathan Zuckerman e sui dispositivi narrativi di "American Pastoral" (1997), di "El mal de Montano" di Enrique Vila-Matas (2002), di "Troppi paradisi" (2006) di Walter Siti, di "Underworld" di Don DeLillo (1997), di "Les particules Ă©lĂ©mentaires" (1998) di Michel Houellebecq e di "Les bienveillantes" di Jonathan Littell (2006).
Item Type: | Doctoral Thesis (PhD) |
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Doctoral School: | Literary, Linguistics and Philology Studies (till the a.y. 2010-11) |
PhD Cycle: | XXIII |
Subjects: | Area 10 - Scienze dell'antichitĂ , filologico-letterarie e storico-artistiche > L-FIL-LET/14 CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATE Area 10 - Scienze dell'antichitĂ , filologico-letterarie e storico-artistiche > L-FIL-LET/11 LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA |
Uncontrolled Keywords: | Italian contemporary literature, Realism, Western literature, contemporary literature, literary theory, marxism, comparative literature, french literature, north-american literature, spanish literature, history of criticism, possible worlds, fictional worlds, walter siti, michel houellebecq, don delillo, enrique vila-matas, jonathan littell, philip roth, american pastoral, pastorale americana, underworld, il mal di montano, el mal de montano, Les particules élémentaires, le particelle elementari, les bienveillantes, le benevole, postmodernism, modernism |
Repository Staff approval on: | 27 Jun 2011 14:17 |
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